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domenica 27 gennaio 2013

Per non dimenticare

Fuggivano sulle rotaie con destinazione ignota, tenevano stretti a loro sospiri e speranze che non fosse il loro ultimo viaggio.
Lo sguardo si alternava tra il cammino ferrato che scorreva veloce e un cielo che sembrava lì immobile a fissarli.
Con poca discrezione si apprestò a regalare sogni senza cassetti in cui chiuderli o sorrisi con cui abbracciarli.
Sogni storpi, nascosti dietro divise a righe e cappelli a strisce verticali assegnati a chi poco voleva sapere su quello che sarebbe successo a lui e alla sua famiglia.
Infine, c'era lui. Poco meno di 6 anni, accucciato tra le braccia del padre nel pensiero di una madre che solo un ricordo poteva rievocare così dolce e premurosa. Una lacrima aspettava a bagnare il suo volto liscio e sporco di fuliggine per rispetto a quegli occhi troppo grandi e troppo neri per essere soggiogati da tanta tristezza.
Una carezza sul suo volto e solo tre parole: "andrà bene figliolo", valsero la pena a quella piccola vita di essere vissuta prima di andare incontro a quel bizzarro, inatteso e tragico destino voluto dalla stessa razza che l'ha procreato.
Con le rotaie finirono le speranze e con il treno si fermarono per sempre le loro vite e le nostre coscienze.

2 commenti:

  1. "andrà bene figliolo", è così che avrei detto al mio bambino o avrei voluto sentirmi dire, perché senza speranza non si è forti, si è già sconfitti fin dall'esordio della terribile realtà e si pesa meno sulla coscienza dei carnefici.
    Questo post mi sembra il luogo giusto per esprimere un mio pensiero talmente dissonante all'opinione collettiva che non ha mai trovato posto altrove: c'è differenza tra sostenere la speranza e inventare un mondo che non c'è. Per questo la storia nel film "La vita è bella" sembra a me solo una "furberia"

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  2. Ciao,
    innanzitutto ti volevo ringraziare per il tuo commento, fa sempre piacere avere un parere dissonante dalla massa.
    Io penso che sia vero quello che dici rispetto alla forza che la speranza infonde in ognuno di noi ma,purtroppo, è una forza apparente.
    Una forza che sparisce quando la realtà ci si pone, ingombrante, dinanzi.
    Effettivamente, non bisogna dimenticare che, nonostante il calibro del film di Benigni, esso si inscrive in una realtà odierna con tendenza a girarsi dall'altra parte e che persegue la speranza ad ogni costo. Per restare in argomento ti invito a leggere il mio post proprio sulla speranza http://bit.ly/UqZQQj :)
    Sono ansioso di sapere cosa ne pensi.
    Buona giornata.
    Gio

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Scrivimi cosa ne pensi, risponderò al più presto :)