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mercoledì 23 gennaio 2013

L'Italia è in guerra

E' bastato un ordine del giorno per far entrare l'Italia in guerra.
Il PD e il PDL hanno portato l'Italia in un altro conflitto dal momento che offriremo aiuti logistici alla Francia nella guerra nel nord del Mali. Tutto questo nel totale silenzio dei media tradizionali (nessuno ha gridato allo scandalo, nessuno).
I tweet regnano e Bersani dice di voler tagliare le spese militari. Davvero un bravo ragazzo. Lo stesso personaggio capo di un partito (scusate per il termine) che ha rifiutato di approvare la mozione dell'On. Savino Pezzotta che propose la cancellazione del programma di acquisto degli F-35. La cosa interessante è ancora l'aumento di 1.3 miliardi di euro delle spese militari sotto il governo Monti con l'egida di PD e PDL che hanno aumentato del 10% le spese militari alla faccia della crisi.
Un soldato francese in Mali




In tutto questo ci tenevo a inserire l'Articolo 11 della nostra costituzione:


Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


Di cosa stiamo parlando? Di un ordine del giorno che per l'ennesima volta ha mortificato la nostra costituzione e ci ha portato in guerra, di un partito che con una mano vota per entrare in guerra e che con l'altra twitta sui tagli alle spese militari.
La realtà è difficile da decriptare ma se per entrare in guerra ci basta così poco dovremmo ricostrtuire questo paese ripartendo dalla fonte critica più grande, cioè le sue coscienze.



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