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domenica 20 gennaio 2013

Senza Lasciare

Il futuro si trova tra le pieghe e i petali del passato. Quelle pieghe mai sopite e riverse tra quei i petali mai sbocciati sfocavano l’odore dell’autunno così chiaro, agro, posticcio nel fondo di quel bicchiere delle 4 e 30 del mattino.
Che quegli occhi che bagnano distrattamente le labbra serrate sappiano il motivo per cui preferiscono le tenebre alla verità non c’è dubbio alcuno. La luce può
accecare e donare l’oscurità eterna invece il buio offre la possibilità di prestarsi a sprazzi di libertà, di odori forti senza scuse e passi fini a loro stessi.
 Quelle benedette pieghe, impercettibili orbene, lasciavano spazio all’apertura al mondo e al cielo seguendo sogni mai esistiti prima del futuro prepotente tra i suoi pensieri e quel primo petalo.
Una carezza mancata, riassunto di una vita sfiorata in caduta e mai trovata tra le lancette ballerine e battiti forsennati, momenti che non sembrano mai passati tra cupe nuvole solamente immaginate.
Il secondo petalo chiude questa diatriba che nella sua non nascita la creazione di quel non senso di cui ne è fatto rafforza la sua caduta grave. Quella caduta figlia del passato che ha assaporato solo il presente della sua fine rimanendo incastonata in quell’impossibilità di aver amato ma di aver potuto abbracciare quegli istanti del suo volo senza mai poterli lasciare.

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