Proprio lei che sta al centro. Lei che sfiora l’amore con
una mano e accarezza la rassegnazione con l’altra e con la sua indole
transitoria ma ricorsiva si vendica degli esseri umani.
Li sbeffeggia, li guarda fissi tra le braccia vuote e gliele
riempie con un po’ di lei. Le manca davvero poco per vincere sulle curve del
tempo essendo l’unica risorsa inversamente proporzionale alla felicità. Si fa
fatica a credere che è lei che ci tiene a galla e ci affonda, che ci umilia e
ci da la forza di cambiare.
Lo strumento perfetto per non permettere a nessuno di guidare
il cambiamento. La perfetta dimensione della staticità.
Resta l’amica fidata dei nostri più profondi sentimenti e
infantili voglie.
Senza di lei il dolore avrebbe meno lavoro perché in molti
si metterebbero in proprio. Un’attività che si troverebbe all'apice tra cielo e
terra.
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