Resto intrappolato in quel turbinio immenso di un
cambiamento senza fine e un inizio preciso.
Quel primo volo che mi mostrò quanto grande era il mondo e insignificanti
e minuscoli i miei pensieri di fronte al cielo.
Ora sono lì al centro del cambiamento nell'occhio del
ciclone che mi trasporta senza scelta mostrandomi il presente che vorrei e la
sua casa.
Una coda che si muove in tutte le direzioni e a cui la
prevedibilità volta le spalle come la volta quel futuro dalle fauci troppo
grosse, insaziabile, sempre affamato di sogni di cui si ciba ogni secondo, ogni
attimo buono per brandire i suoi appetiti ai poveri filistei ignari di aver
dato in pasto qualcosa che non potranno mai più riacquistare.
I più coraggiosi lottano e pochi attimi prima del loro
ultimo sospiro hanno due pensieri, e due soli. L’amore perso e i sogni che dopo
una vita giungeranno dove mai avrebbero pensato.
Ma in fondo si diranno ‘ne è valsa la pena aspettare e il
nostro coraggio rimarrà per sempre al servizio di chi l’amerà abbastanza quella
strana avventura chiamata vita, destino, inferno, sorte e chissà in quanti
altri modi evocata.’
Inebetito e indispettito, resto immobile, statico e incatenato
alla routine del cambiamento che lentamente mi porta verso quel magnifico
ultimo sospiro che non bramo, o immagino, ma che quando arriverà mi abbraccerà
dolcemente fino a che anche il cielo si inginocchierà davanti a quel primo volo
e a quegli ultimi pensieri vittime del tempo e figli di un gioco il cui fine ultimo non ha ragione
di restare nascosto ma resta sconosciuto alla maggior parte di noi.
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