Translate

mercoledì 22 maggio 2013

Il cecchino di cuori

Le mie vittime non hanno nome, nazionalità e vergogna.

Si trascinano storditi in strada senza bussola né tepore in cerca di un marciapiede non troppo sporco per poter ancora tirare a campare.

Miro con la calma e la cravatta che mi rappresentano senza esitare.

Come il sole e il vento mi lascio trasportare dalle mie sensazioni ogni volta che una delle mie vittime muore e mi lascia in eredità un grammo di mondo migliore in meno.

Il mio mestiere, di pubblica utilità, serve a porre fine alle loro sofferenze. Vite di senso svuotate e violentate dal mondo. Un mondo più crudele di me che li sfrutta fino a snaturare il loro senso e lasciarli sanguinanti e vaganti.

Se un giorno si sveglieranno io non sarò più utile e lascerò questa terra e il mio ruolo con piacere e lacrime.
Se loro, le mie vittime, si ribelleranno anche io sarò redento poichè parte di quella crisi che portò al risveglio, al cambiamento, alla nuova era assiale piena di dolore e di autentico calore.

martedì 14 maggio 2013

Come potrebbe essere e non sarà

Ci si guarda sempre in uno specchio e si intravede attraverso il riflesso degli occhi il risultato del passato in essere nel presente.
Una luce più o meno luminosa o fioca, una speranza che lenta attraversa i tuoi pensieri con una birra in una mano e la tua vita nell'altra.
Gentilmente la ignori considerandola sana e vegeta anche dopo morta.
Sarà che ti basti vederla solo in foto per immaginarla ancora con la sua mano accarezzandoti il viso e sfiorandoti il naso col suo. Preludio di un dolce tepore.
Un abbraccio d'inverno con vittime gocce di pioggia.
Tutto questo prima della brezza che alla realtà era avvezza. Senza il velo, senza codardia nè coraggio, ti rimetti in fila perchè tu possa ancora immaginare, sognare come potrebbe essere e non sarà.